mercoledì 15 maggio 2024

SAN GERARDO VESCOVO

 

Basilica Cattedrale di San Clemente: Ippolito Zapponi San Gerardo che protegge Velletri

Geraldo compatrono di Velletri è di ormai certa origini tedesca, nato a Ratisbona fu prima monaco e poi priore di Cluny. Successe al Vescovado di Velletri a S. Pier Damiani. Il Pontefice gli affidò importanti legazioni in Francia, Spagna, Germania e a Milano. Morì il 6 Dicembre 1077. S. Geraldo fu scelto come protettore di Velletri per aver liberata la città dall’ assedio dei Bretoni.

I nemici erano accampati a S. Pietro in Formis e vennero sorpresi da una grandine di piombo che li sterminò. Il campo venne coperto di morti, tanto che fu battezzato da allora Campomorto. Venne dunque attribuita alla gloriosa intercessione del Santo Vescovo la vittoria ottenuta contro il nemico. Il corpo del Santo venne sepolto nella Cattedrale in una bella arca marmorea.


Solo dopo il crollo del campanile venne ritrovato e in quell’ occasione a spese del Comune fu eretta la bella cappella che oggi lo ospita. La festa del Santo in antico si festeggiava il 7 Dicembre giorno della vittoria sui bretoni, il Cardinale Enrico Benedetto Clemente Duca di York la fissò al 6 Febbraio giorno sacro al Santo. Dice il Bauco che essa veniva celebrata con solennità con l’intervento della magistratura. In quell’ occasione veniva mostrato al popolo il corpo del Santo.

I SANTI PONZIANO PAPA ED ELEUTERIO VESCOVO

 



Museo Diocesano: sportelli dei Santi Protettori

S. PONZIANO P.M.

Il Santo Pontefice Ponziano, appellato come compatrono di Velletri, nasce a Roma da un certo Calpurnio venne eletto Papa il 26 Giugno 230. Alcuni scrittori gli attribuiscono l’introduzione del canto dei salmi durante le celebrazioni. Vittima della persecuzione di Massimino Imperatore, venne deportato in Sardegna dove patì duramente subendo il martirio il 19 novembre 235. Il suo corpo venne trasportato a Roma nelle catacombe di San Callisto e poi a Tivera da dove venne traslato nella Cattedrale veliterna dove attualmente riposa nella cripta

S. ELEUTERIO VESCOVO

Il primo dei compatroni di Velletri è S. Eleuterio vescovo e martire. Il suo corpo si venera nella splendida cappella sotterranea della Cattedrale. A causa del significato etimologico del suo nome Eleuterio a Velletri viene chiamato anche Liberato. Niceforo Calisto nella sua storia ecclesiastica lasciò scritto di “Nei tempi di Adriano imperatore, Eleuterio, giovane d’insigne virtù si trovava nell’ Illirico” Infatti in Cripta c’è un affresco che lo raffigura vestito da Vescovo greco. Eleuterio era nato a Roma, sua madre si chiamava Anzia, si diceva che fosse stata convertita dallo stesso S. Paolo, dopo aver convinto il figlio ad abbracciare la fede in Cristo l’affidò ad Aniceto vescovo di Roma.


Liberato quindi studiò le sacre lettere e venne annoverato tra i chierici romani, a soli ventuno anni fu ordinato Vescovo. Il suo grande zelo venne premiato da tante conversioni. Chiamato a Roma sotto Adriano, difese la sua fede e perciò venne disteso su un letto infuocato e poi gettato in una caldaia piena di olio bollente.

Rimase indenne dai tormenti, fu quindi calato in una fornace ardente, dove prima era stato posto Ceratone, che aveva allestito quella stessa fornace convertendosi alle preghiere del Santo. Anche questa volta rimase indenne dal martirio. Fu legato quindi a due cavalli miracolosamente uno dei legacci si sciolse. Lasciato solo con le belve queste divennero docili come agnelli. Ripresa la sua opera di evangelizzazione battezzò cinquecento persone.

Condotto alla presenza di Cesare venne gettato in pasto alle belve feroci che non vollero toccarlo. Due soldati lo uccisero piombandogli addosso. Sua madre accorsa ad assisterlo spirò con lui condividendo la palma del martirio. Prima delle lotte iconoclaste le reliquie di questo glorioso martire erano venerate a Costantinopoli. Salvate dal fuoco furono portate dai Monaci a Tivera.

Essi dedicarono al Santo il loro monastero. Dopo la distruzione della borgata furono traslate nella nostra cattedrale e poste nella cripta appositamente costruita per accoglierle. La testa fu posta in una bella teca d’argento (oggi rubata) e portata nel tabernacolo cosmatesco. I primi statuti comunali ci riferiscono la festa di S. Eleuterio si celebrava con grande solennità divertimenti e giochi popolari. Lo stesso codice ci riferisce che in tale ricorrenza era vietato eseguire mandati giudiziali, per un periodo che andava dai tre giorni precedenti agli otto giorni dopo la ricorrenza, era punito chi osava maledire o bestemmiare il nome dei Santi Patroni.

 

SAN CLEMENTE PAPA

Domenico Tojetti: "Madonna con Bambino e i Santi Protettori di Velletri"


La tradizione vuole che Papa Clemente I, fosse stato l’evangelizzatore delle terre veliterne. Questo è molto probabile visto che Clemente terzo pontefice dopo S. Pietro era nel seguito di Paolo quando dopo essere stato ricevuto alle Tre Taverne si mise in viaggio verso Roma. Stiamo parlando dei tempi apostolici, quando la storia ancora non veniva scritta e quindi l’unica fonte è quella tradizione grazie alla quale sono arrivate col beneficio del dubbio fino ai nostri giorni alcune delle pagine più antiche della nostra storia.

Gli autori classici, partono dal grande incendio di Roma scatenato da Nerone e dalla successiva sanguinaria persecuzione dei cristiani che fece molte vittime tra queste anche Pietro e Paolo. Eusebio ci dice che la nave della Chiesa nascente venne affidata a Anacleto dopo 12 anni a Lino ed infine a Clemente fidato collaboratore di Paolo che lo cita nella lettera ai Filippesi:

” Esorto Evodia ed esorto anche Sintiche ad andare d’accordo nel Signore. E prego te pure mio fedele collaboratore di aiutarle, poiché hanno combattuto per il vangelo insieme con me, con Clemente e con gli altri miei collaboratori, i cui nomi sono nel libro della vita”

Clemente durante il suo pontificato scrisse una memorabile lettera ai Corinzi per rinsaldare l’unità di quella comunità minacciata dai dissapori tra i presbiteri giovani e quelli anziani. Poche sono le tracce documentarie di Clemente, la cronotassi papale ci dice che era un uomo pio, pacifico ma deciso difensore della fede. Nasce a Roma, nelle vicinanze del Monte Celio, dove sarà eretto il tempio dei Santi Stefano e Giovanni in Laterano.

Era sicuramente di origine nobile, alcuni gli attribuiscono una parentela con Domiziano. Discepolo di Paolo viene chiamato a governare la Chiesa nell’ 88 d.C. Sotto il pontificato di Clemente, sette notari ricevettero l’incarico di ricercare notizie sui martiri cristiani, questa fu la nascita dei protonotari apostolici, il cui numero sarà portato a dodici da Sisto V.

Altri dicono era figlio di Faustino Ottavio di Velletri e sua madre fu Matidia per questo nella vita di Bonifacio VIII di Giovanni Rossi si trova scritto:

“Tu, Velletri, donasti Augusto all’Impero e Clemente alla Chiesa!” Clemente, romano, era un discepolo di San Paolo e suo collaboratore a Filippi. Fu nominato vescovo da San Pietro. La tradizione lo presenta figlio del senatore Faustino della gens Flavia, parente quindi dell'imperatore Domiziano. Quest' imperatore nel 95 scatenò una violenta persecuzione contro i cristiani.

La persecuzione stessa fece molte vittime illustri come ad esempio il console Flavio Clemente, marito di Domitilla, nipote di Domiziano. Altra vittima di rilievo fu San Giovanni Evangelista che però uscì indenne dal martirio dell'olio bollente. Fu quindi esiliato nell'isola di Patmos dove scrisse la sua Apocalisse. Clemente fu Papa dall'88 al 97.

Nel 96 scoppiò un conflitto nella chiesa di Corinto: un gruppo di giovani ecclesiasti contestò a diversi presbiteri la direzione della comunità di quella città. Clemente con una lettera li richiamò alla necessità di obbedire alle autorità tradizionali della chiesa, esortandoli a fuggire i falsi dottori. La lettera fu accolta con grande rispetto e diventò oggetto di meditazione nella celebrazione della messa domenicale (la famosa Lettera ai Corinti).

E'il primo testo che afferma la superiorità del vescovo di Roma su tutte le chiese sparse per il mondo. Sotto il pontificato di Clemente I il cristianesimo fece nuovi proseliti e si sviluppò sempre più in Oriente; a Roma Clemente stesso operò con impegno il suo apostolato. Nel 97 l'imperatore Nerva esiliò il Papa di cui parliamo nel Chersoneso.

Nel Ponto Eusino egli svolse opera di apostolato, a Roma lo sostituì il pontefice Evaristo. Nella terra d'esilio Clemente I s'incontrò con circa 2000 cristiani condannati ai lavori forzati nelle cave di marmo e li incoraggiò ad aver fede; compì nuove conversioni e la notizia irritò il nuovo imperatore Traiano. Gli venne ordinato di sacrificare agli dei e Clemente ovviamente rifiutò.

Venne eseguita la condanna; fu gettato nel mar Nero con un'ancora al collo. Questo avvenne nell'anno 100. Il Papa è autore di diversi miracoli. Ad esempio la leggenda narra che le acque del mare si aprissero una volta all'anno permettendo ai fedeli, una prima volta, di costruire una cappella intorno alle sue reliquie, e negli anni seguenti di scendere in processione, facendo ben attenzione ad uscire prima che le acque si richiudessero.

Un anno una madre smarrì il suo unico figlioletto e l'anno dopo tornata in processione lo ritrovò sano e salvo. Nel 869 il corpo di San Clemente fu portato a Roma da San Cirillo e San Metodio e definitivamente tumulato nella sua basilica. A Collelungo (frazione di Casaprota) c'è una chiesa dedicata a San Clemente (patrono del paese), eretta secondo la tradizione sui resti della villa di Faustino, suo genitore. La chiesa oggi si trova all'interno del cimitero di Collelungo, a pochi km dal centro abitato, sopra una collina limitrofa.

Nella chiesa dedicata al pontefice c'è un grande affresco che raffigura il Santo datato MDCXIII. All'interno della chiesa parrocchiale di Collelungo c'è invece un altare dedicato a San Clemente. L'altare stesso ha un busto del pontefice ed una tela antica che raffigura il Santo in ginocchio di fronte all'Eterno e ai suoi piedi si vede il castrum di Collelungo. All'interno della chiesa parrocchiale c'è anche una statua del Santo, un affresco del pontefice ed una pittura che raffigura il busto sempre di San Clemente.

Clemente di Roma ebbe molta autorità nell'antichità cristiana. Dei suoi scritti è però giunta sino a noi la sola Lettera ai Corinti. L'autore di questa lettera viene identificato sia da Origene, che da Eusebio e Girolamo, con il "collaboratore" di San Paolo, nominato nell'epistola ai Filippesi [4, 3]. Secondo Ireneo, Clemente sarebbe stato il terzo successore di Pietro sulla cattedra di Roma, nell'ordine dopo Pietro: Lino, Cleto e Clemente, ma Tertulliano afferma che Clemente fu ordinato dallo stesso Pietro. Epifanio spiega la contradizione affermando che Clemente fu sì consacrato da Pietro, ma per amore della pace venne scelto come primo successore di Pietro, Lino. La cosiddetta prima lettera di Clemente venne già utilizzata e citata nella lettera di San Policarpo, e fu evidentemente composta negli ultimi anni dell'impero di Domiziano o poco dopo.

Il motivo della composizione di questa lettera ai Corinti, furono i disordini scoppiati nella comunità cristiana della città greca

SAN GERARDO VESCOVO

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